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Kata del goju ryu

Il Kata di base, quello che sia Miyagi che Higaonna consideravano il più importante e quello da eseguire sempre almeno una volta al giorno, è il Sanchin; il più complesso è Suparinpei, un Kata di rara bellezza e di altissimo grado di difficoltà adatto soltanto ai praticanti più esperti ed elevati in grado. Chojun Miyagi creò i primi quattro dei sei kata Taykyoku (gli altri due li creò Gogen Yamaguchi), creò i due kata Gekisai e rielaborò moltissimo due kata di origine cinese e da questi creò i kata Sanchin e Tensho. Tutti gli altri kata sono di derivazione cinese e sono stati leggermente modificati da Myiagi e Yamaguchi. Ecco la lista degli attuali kata del GoJu-Ryu:


Taikyoku kata (KATA DI BASE)

  1. Taikyoku Jodan – “Primo corso alto”
  2. Taikyoku Chudan – “Primo corso medio”
  3. Taikyoku Gedan (o Taikyoku Gedan Ichi) – “Primo corso basso”
  4. Taikyoku Gedan Ni – “Primo corso basso due”
  5. Taikyoku Kake uke – “Primo corso parata a gancio”
  6. Taikyoku Mawashi uke – “Primo corso parata circolare”


Fukyu kata (KATA INTERMEDI)

  1.  Gekisai Dai Ichi – “Distruggere numero 1”
  2.  Gekisai Dai Ni – “Distruggere numero 2”
  3.  Sanchin – “Le 3 battaglie”
  4.  Tensho  – “Mani rotanti”


Kaishuu kata (KATA SUPERIORI)

1. Saifa – “Annientamento totale”
Saifa è l’undicesimo kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il primo dei kata superiori (Kaishuu kata). Viene tradotto con “Annientamento totale” ma letteralmente significa strattonare e colpire attraverso tecniche di presa, un avversario che attacca. E’ il primo dei kata Goju-Ryu classici, ovvero quelli trasmessi da Kanryo Higaonna e modificati da Chojun Miyagi. Di solito viene eseguito per la cintura marrone. Questo kata è composto principalmente da tecniche che si basano sul seguente principio: attaccare immediatamente con la mano che ha appena parato.

2. Seienchin – “La quiete dentro la tempesta”
Seienchin (oppure Seiyunchin ove conserva la scrittura cinese) è il dodicesimo kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il secondo dei kata superiori (Kaishuu kata). Significa “La quiete dentro la tempesta”, invece secondo altri “seguire liberamente (il cambiamento della situazione di combattimento)” ma le traduzioni di questo antico kata cinese sono molteplici. Il suo nome cinese e’ Seiyunchin: yun designa il movimento e jing forza o energia. Seienchin e’ quindi il kata attraverso il quale si impara e si acquisisce un’energia mobile che segue adeguatamente la situazione mutevole del combattimento. Di solito viene eseguito per la cintura nera 1° dan assieme al kata Tensho. Nel kata vengono usate le gambe solo per lo spostamento, non per dare calci. La tecnica delle gambe, ovvero lo spostamento, permette di assicurare una migliore efficacia alle tecniche di mano.

3. Sanseru – “36 mani”
Sanseru è il tredicesimo kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il terzo dei kata superiori (Kaishuu kata). In caratteri cinesi Sanseru corrisponde al numero 36. Simbolicamente e’ dato dal prodotto 6×6; i primi 6 numeri rappresentano gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e lo spirito; i secondi 6 simbolizzano i colori, la voce, l’olfatto, il gusto, il tatto e la giustizia. Di solito viene eseguito per l’esame di cintura nera 2° dan.

4. Seipai – “18 mani”
Sepai è il quattordicesimo kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il quarto dei kata superiori (Kaishuu kata). Significa 18. Difatti si compone di 18 tecniche fondamentali di colpi di pungo, calcio e parata. Ovviamente il numero 18, dato da 6×3, ha anche un significato simbolico: il 6 ha lo stesso valore del secondo 6 del kata Sanseru, mentre il 3 rappresenta il bene, il male e la pace. Di solito viene eseguito per l’esame di cintura nera 3° dan. Questo kata esprime molto lo spirito del GoJu, poiché è un insieme di tecniche morbide (ju) e dure (go).

5. Shisochin – “Quattro monaci tranquilli”
Shisochin è il quindicesimo kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il quinto dei kata superiori (Kaishuu kata). E’ di origine cinese ed è stato insegnato a Higaonna Kanryō dal maestro Ryu Ryu Ko nel tempio Shaolin in Cina. Secondo un’interpretazione significa “4 monaci tranquilli” o “quattro porte del conflitto” oppure ancora “battaglia in quattro direzioni”; secondo un’altra interpretazione vuol dire “vera potenza”. Stando al nome cinese “shizhenjing”, shi vuol dire “vera potenza”, zhen vuol dire strangolare/premere e jing significa forza/energia, difatti il kata insegna tecniche di strangolamento e pressione e altresì la difesa da queste. Di solito viene eseguito per l’esame di cintura nera 4° dan, assieme al kata Sesan. Questo kata insegna a liberarsi dagli attacchi di strangolamento e di leva e a schivare le tecniche di proiezione, contrattaccando, rompendo il braccio dell’avversario con il gomito.

6. Sesan – “13 mani”
Sesan è il sedicesimo kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il sesto dei kata superiori (Kaishuu kata). Significa 13 mani. Probabilmente deriva da una traduzione dell’espressione cinese “shi san shi” che significa “le 13 energie”. Secondo il Libro dei mutamenti (Yi jing), i fenomeni dell’universo si manifestano attraverso 13 energie. Il numero 13 rappresenta inoltre la la fortuna e la prosperità. E’ considerato il più antico tra tutti i kata di Okinawa. Esiste anche un’altra versione di Sesan praticato nella scuola Shōrin-ryū (scuola che diede vita al Shitō-ryū), ma quello della scuola Gōjū-ryū è più lungo e molto più complesso. Di solito viene eseguito per l’esame di cintura nera 4° dan, assieme al Shisochin. Il kata ricorre a tecniche di presa e controllo dell’avversario mentre si colpisce una parte debole del suo corpo. Sesan enfatizza il combattimento ravvicinato usando tecniche di pugno corte e di calci bassi che si aprono varchi nelle difese nemiche. Sesan è un kata molto impegnativo ed estremamente importante nel Goju-Ryu e richiede molti ore di studio.

7. Kururunfa – “Opporsi alle onde”
Kururunfa è il 17° kata di karate dello stile Gōjū-ryū ed il settimo e penultimo dei kata superiori (Kaishuu kata). La traduzione più appropriata sembra essere “opporsi alle onde”. Il nome cinese di questo kata è Kun lun fa, che indica il metodo di kun lun insegnato al tempio buddista delle montagne Kunlun. In questo kata compare una guardia chiamata yame gamae, “guardia del monte”. Jinan Shinzato uno dei migliori studenti di Sensei Chojun Miyagi lo definiva come uno dei migliori kata. Di solito viene eseguito per l’esame di cintura nera 5° dan assieme al kata Suparinpei. Come il Sesan, Kururunfa ha movimenti morbidi seguiti da altri veloci e potenti ed impiega una grande quantità di movimenti in Neko ashi dachi. Tuttavia nel Kururunfa la differenza fra “duro” e “morbido” è molto marcata. a causa delle tecniche lente e concentrate che sono seguite da una breve pausa e da una serie di colpi esplosivi e devastanti con lo scopo di distruggere l’avversario.

8. Suparimpei – “108 mani”
Secondo le tradizioni orali, kata ha tre livelli, alto, medio e basso ed è stato quest’ultimo che rimane e gli altri sono andati perduti. Questi tre livelli hanno ancora un senso, vide il numero 108 sarebbe venuto dal calcolo 36 x 3, che secondo il Buddismo, 108 incarnano le inclinazioni malvagie che cercano lo spirito. Nel Gōjū-ryū è l’8° dei kata superiori (Kaishuu kata) e il 18° di tutti i kata, pertanto è l’ultimo di tutti i kata. E’ un kata molto lungo, il più lungo del Gōjū-ryū. Si dice che chi abbia una piena padronanza di questo kata, abbia piena padronanza di tutto il Gōjū-ryū. Di solito viene eseguito per l’esame di cintura nera 5° dan assieme al kata Kururunfa. E’ considerato una sintesi della scuola Gōjū-ryū. Comincia con Sanchin Dachi e prosegue con tecniche di Mawashi Uke, di calci, di Tobi Geri e di diverse forme di parata. Ad dogni modo le tecniche sono davvero parecchie e di elevato livello.